Per lanciare un guanto di sfida ad un compositore della bravura e celebrità di Giuseppe Verdi, bisognava aver molto coraggio o sfrontatezza
Evidentemente, il compositore tolentinate, si sentiva sicuro, melodicamente ed armonicamente e molto capace nella stesura di un melodramma
A questo proposito, viene a mente quando Schubert, nella bellezza della natura, in campagna, aveva composto, in partitura, la sua grande sinfonia
Il Sassaroli aveva questa bravura ? Probabilmente sì, a giudicare dalla profondità delle sue musiche, vergate in forma classica ottocentesca
questo possiamo dedurlo anche analizzando la partitura dell' opera Romolo ed Ersilia nella collezione Carlo Lamberti
Dal contenuto della sua lettera, inviata a Ricordi nel 1876, notiamo il desiderio di dimostrarlo
Carlo Lamberti, ottobre 2015
Testo della lettera del musicista di Tolentino :
Chiaro Sig. Cavaliere,
Dopo aver tentennato qualche sera, mi sono recato a sentire anch'io l'Aida; opera che d'altronde avevo già letta; ed ora non è scopo dì questa mia dirvi il giudizio che ne ho fatto sia alla lettura che alla audizione; solo vi prego a por mente a quanto sono per dirvi.
Dopo aver tentennato qualche sera, mi sono recato a sentire anch'io l'Aida; opera che d'altronde avevo già letta; ed ora non è scopo dì questa mia dirvi il giudizio che ne ho fatto sia alla lettura che alla audizione; solo vi prego a por mente a quanto sono per dirvi.
Io vi domando il permesso (stante che l'opera suddetta è di proprietà vostra) di poter musicare anch'io il libretto dell'Aida. Ditelo al maestro Verdi, e vedete se si senta di venire al paragone; ch 'io son pronto ad accingermi all'impresa anche subito, alle condizioni seguenti:
L'opera sarà fatta sopra identico libretto, senza nulla aggiungere, senza nulla levare, e senza mutare nulla dal suo posto.
L'opera sarà musicata entro un anno dalla data di accettazione di queste proposte.
L'opera sarà pagata ventimila lire: cioè lire cinquemila alla consegna di ogni atto.
Queste somme saranno consegnate a mani di terza persona di comune fiducia, fino ad opera completa e giudicata da un giurì composto di tre maestri scelti da me, e tre scelti da Verdi, ed uno scelto dai sei riuniti.
Siccome dovrei lasciare per un anno le mie lezioni per poter accudire all'impegno, si preleverà dalla somma suddetta un congrua assegnamento, perché io possa vivere senza occuparmi d'altro.
Se l'opera sarà giudicata sfavorevolmente, saranno ritirate dal depositante tutte le somme, meno il suddetto prelevamento.
Mi sarà permesso associarmi al lavoro alcuni miei scolari, i quali dovranno fornire i pezzi più salienti dell'opera; salvo a far tutto io in caso di opposizione.
Come si vede è una sfida che io getto a Verdi e a voi suo editore, ed alla quale vedrò come risponderete. In questa tenzone, l'unico rischio che correte si è quello del prelevamento di cui sopra, che tuttavia potrei farvi garantire.
Vedrò in oltre se con tutte queste proposte vi lascerete fuggir l'occasione per potermi schiacciare, e farmi tacere una volta, e poter così trionfalmente esclamare: “I nostri telegrammi del Cairo, di Parigi, di Napoli che proclamavano Verdi insuperabile, erano tutta roba spontanea, e nulla vi era di combinato”.
Colgo l'occasione per protestarmi della S. V. Ill.
Devotissimo servo Vincenzo maestro Sassaroli Genova, 3 gennaio 1876
Più sopra,
Estratto Dalla partitura autografa ed inedita del compositore
Vincenzo Sassaroli, in proprietà collezione spartiti di Carlo Lamberti
Estratto Dalla partitura autografa ed inedita del compositore
Vincenzo Sassaroli, in proprietà collezione spartiti di Carlo Lamberti
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